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giovedì 5 maggio 2016

Vincisgrassi mon amour

-"Ce va la besciamella, cuscì te viene più compatti"
-"Ma cusa dirai, oh!!! ma quala besciamella? li rovini e basta."


foto da https://sites.google.com/site/appuntidicucina/


Per un marchigiano, forse questa è tra le frasi più sentite, quando si tratta di preparare una bella teglia di Vincisgrassi.
Vincisgrassi, fate bene attenzione, non lasagne. Noi marchigiani ci offendiamo (o quasi) se ce li chiamate lasagne.
Le nostre nonne li preparavano la domenica, o nei giorni di festa, e non c'erano tante versioni: veg, vegan, vegetariani, alternativi con bottarga, superfashion con la mesimpiega e le mésce.

None, niente de tutto questo.
I vincisgrassi era co' la ciccia, tanta ciccia, macinata grossa, a buttà su. Con tutti i grigiji de pollo (interiora, cuore, fegato ecc..). Il sugo se faceva bollì tanto. Ore e ore... Diventava così denso, profumato, sanguigno, che solo l'odore
provocava certi attacchi de fame già verso le dieci di mattina...

Ricordo distintamente la grande stanza della vecchia casa di campagna in cui vivevano i miei nonni (con gli zii, i cugini, i bisnonni...), con una lunga tavola al centro, la cucina economica proprio vicino al focolare sul quale pendevano, intenti a raccogliere i profumi della legna che bruciava, salami salsicce e soprattutto ciauscoli.
Affaccendata sul pentolone del sugo, a smuscinà, c'era sempre la solenne silhouette di mia nonna. I capelli neri e crespi annodati sulla nuca con un sobrio e pesante chignon, il naso aquilino e il mento pronunciato; noi piccoli la guardavamo affaccendarsi tra le pentole finchè non ci faceva un mezzo sorrisetto come per dire "u sacciu quello che volete!".
Con la messa in diretta tv, anche lei spezzava il pane... poi lo intingeva nel sugo e ce lo faceva assaggiare.

Che saporino pungente! La cipolla, la cipolla! si sentiva bene quel profumino di cipolla soffritta, e il chiodo di garofano strafottente che cercava di coprire gli altri sapori.
I pomodori erano "de casa", naturalmente. Noi famo tutto de casa. Pure il soffrittino, pure il pollo era de casa. Bastava affacciarsi dalla finestra con i vecchi scuri di legno per vedere di sotto la zia che andava a recuperare la cena. Un puju, o magari un bello cunillu da fa' alla cacciatora.

Che non mi vengano a dire, a me, sti grandi chef dei miei stivali che le migliori ricette tradizionali si possono adattare e rinnovare. Rinnovatevi le lasagne, ma non toccatemi i Vincisgrassi!!!


copyright@una marchigiana a spasso
La scalinata della casa dei nonni. Zie e cugini a raccolta.
Anno 1983. Io sono la birichina con gli occhi tristi :)
P.S. : Piccola curiosità: Ma voi lo sapevate che anche Orson Welles, in una pausa durante la lavorazione di un film in Italia, si fermò ad Ancona e qui si innamorò dei Vincisgrassi? Dice che non sapeva pronuncià il nome, ma che se n'è magnato tre piatti!

P.P.S. : Ricetta di famiglia! volete la mia? allora seguitemi, a breve la posterò!

4 commenti:

  1. Se dice vingisgrassi!se magna vingisgrassi.....lasagna é per le persone che non se vole sporca la bocca! W l untosbisunto!!!!

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  2. Viva li vincisgrassi!!!! ❤️❤️❤️

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  3. come già detto in precedenza... sei granDOIsa! :D

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